Nel 1765 quarantasei nobili maceratesi promossero la realizzazione di un nuovo teatro cittadino nello spazio prima occupato dal vecchio Palazzo Comunale, che già ospitava al suo interno la “Sala della Commedia” che restò operante fino al 1662.
L’incarico venne affidato al più grande architetto teatrale dell’epoca Antonio Galli, detto il Bibiena, il cui progetto poi venne riadattato dall’architetto Cosimo Morelli, nel 1769, che ne diresse i lavori di costruzione.
Inaugurato nel 1774, con l’opera Olimpiade del compositore napoletano Pasquale Anfossi, venne intitolato nel 1884 maceratese Lauro Rossi (1812 -1885).
La sala, che rappresenta una raffinata interpretazione del linguaggio tardo barocco, ha pianta a campana con tre ordini di palchi centinati, caratterizzati dai balconcini decorati con balaustre a rilievo, ed un quarto ordine trasformato nel 1855 in loggione a galleria con parapetto a transenna, oltre ai palchi di proscenio delimitati da colonne giganti con capitello corinzio. Tra i vari interventi di restauro che si sono susseguiti nel tempo si segnala quello di Piero Ghinelli nel 1833, che arricchì l’edificio dell’elegante scalone a tenaglia.
Il teatro maceratese (capienza di 550 posti) con stucchi, finti marmi policromi nei toni argento-azzurro, verde e oro, è un gioiello dell’arte del ‘700, unico in Italia e costituisce la sola e preziosa testimonianza marchigiana di teatro all’italiana.
Una caratteristica curiosa che contraddistingue ancora di più l’edificio è che essendo esso ligneo ma con effetto marmoreo, se provate a toccare le mura del teatro resterete sorpresi dal fatto che al tatto sentirete che è caldo e non freddo come ci si aspetta!