Uno dei più grandi trombettisti italiani, Flavio Boltro fa parte della scena jazzistica mondiale da più di 15 anni. Diplomatosi al Conservatorio di Torino, si è “fatto le ossa” in Italia prima di esibirsi accanto a musicisti di grande levatura come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins. A partire dal 1990, ha partecipato a numerosi festival e tournée in veste di sideman di Freddie Hubbard e Jimmy Cobb, prima di diventare un componente del gruppo jazz di Laurent Cugny (di cui ha fatto parte dal 1994 al 1997) e di suonare con Aldo Romano.
Dopo aver fatto parte stabilmente per quattro anni della ONJ Francese ed in seguito del sestetto di Michel Petrucciani, è tuttora componente dell’attivissimo gruppo Di Battista-Boltro 5tet. Artista brillante e versatile, Flavio Boltro ci rivela oggi le sue doti di compositore: ha infatti inciso nel 1999 il primo album a suo nome dal titolo “Road Runner”, e nel 2002 il suo secondo album “40°” alla testa del suo quartetto. Entrambi i lavori sono stati pubblicati dalla prestigiosa etichetta Blue Note.
Nell’ambito della sua attività concertistica, attualmente collabora tra gli altri anche con Michel Portal e Laurent De Wilde.Flavio Boltro nasce a Torino il 5 maggio 1961. Il padre è musicista, trombettista e grande appassionato di jazz, mentre la madre è un\’insegnante elementare. « Mi sono ritrovato immerso nel jazz fin da piccolo, da quando avevo tre anni. Mio padre mi prendeva sulle ginocchia prima di andare a letto e mi faceva ascoltare Amstrong e tutti i dischi di quegli anni ».
Quando Flavio ha 5 anni, la sua famiglia si trasferisce a Pianezza, a 25 km da Torino, dove il musicista trascorrerà l\’infanzia e l\’adolescenza. «A nove anni e mezzo, ho detto a mio padre che volevo imparare a suonare la tromba». I genitori di Flavio sono convinti che il ragazzo voglia fare musica così come altri vogliono giocare a calcio o iscriversi a un corso di ceramica. E invece resteranno meravigliati di fronte alla serietà dimostrata nell\’affrontare questo strumento, con il quale si esercita tutti i giorni. A 13 anni, si iscrive al Conservatorio, dove si reca un giorno alla settimana per prendere lezioni da Carlo Arfinengo (1a tromba dell\’Orchestra Sinfonica di Torino).
Un anno dopo, il padre chiederà all\’insegnante di seguire il figlio privatamente per prepararlo all\’esame di ammissione al Conservatorio, che frequenterà per sette anni. Una volta diplomato, la sua vita sarà segnata da due momenti determinanti, che coincidono con l\’incontro di due formazioni che saranno per lui l\’occasione di farsi conoscere e apprezzare. La prima è LINGOMANIA, guidata da Maurizio Giammarco. Il musicista possiede già un quartetto, ma aspira a trasformarlo in un quintetto.
Una sera, al Capolinea, il celebre club milanese, Giammarco vede Flavio esibirsi con il trio del pianista Mario Rusca e lo chiama la settimana seguente per fissare un incontro. Nasce così il famoso quintetto, formato da Roberto Gatto alla batteria, Furio Di Castri al contrabbasso, Giammarco al sax, Umberto Fiorentino alla chitarra e Flavio alla tromba. Questo gruppo acustico dalla matrice e dalle sonorità elettriche rappresenta una novità per quegli anni e riscuote grande successo in Italia, aggiudicandosi, per due volte consecutive, il premio per il Miglior Disco e il titolo di Miglior Gruppo dell\’Anno.
Quando intraprende questa avventura, che si protrarrà per un biennio, Flavio ha 25 anni. Parallelamente, incomincia a ricevere diverse richieste di collaborazione, in particolare da Steve Grossman, con il quale si esibisce regolarmente. « All\’epoca in Italia c\’erano 2000 club; io ci suonavo spesso con Steve ma mi esibivo anche ai festival internazionali in quintetto con Cedar Walton, Billy Higgins e David Williams alla sezione ritmica. E, poco prima che si concludesse l\’esperienza con i Lingomania, con Clifford Jordan e Jimmy Cobb. Ho tenuto anche due concerti con Freddie Hubbard a Umbria Jazz oltre a quelli di Torino e di Milano. » La seconda formazione decisiva è il trio costituito insieme a Manu Roche alla batteria e a Furio Di Castri al contrabbasso.
« Questo gruppo ha funzionato a meraviglia! All\’epoca non esisteva un trio di tromba/contrabbasso/batteria; c\’era solo il quartetto di Ornette; ma nessun trio. Mi è venuta questa idea e ne ho parlato con Furio. Al suo terzo anno di vita, il gruppo è diventato un quartetto con l\’arrivo di Joe Lovano. Abbiamo fatto una tournée di 12 date in Italia e abbiamo inciso delle composizioni mie, di Furio e di Lovano, ma il disco non è mai uscito! » Ed eccoci arrivati ai primi anni novanta.
E\’ estate, tempo di vacanze! Flavio parte in moto per la Corsica, con tenda e sacco a pelo… Qui ha l\’occasione di assistere da spettatore al Festival di Calvi, dove, l\’anno seguente, tornerà invece in veste di concertista per esibirsi in quartetto accanto ad Antonio Farao, Manu Roche e Paolo Dallaporta su richiesta di Lionel Benhamou. Durante le memorabili jam session di quelle serate, Flavio ha l\’opportunità di fare importanti incontri che segnano l\’inizio della sua avventura francese.
Nel 1994, Laurent Cugny, che ha appena preso le redini dell\’ONJ, è alla ricerca di un trombettista e di un sassofonista: la sua scelta ricade proprio su Flavio Boltro e sul suo compagno di gioventù Stefano Di Battista. E un anno prima della conclusione della sua esperienza con l\’ONJ, Flavio entrerà a fare parte del sestetto di Michel Petrucciani. Da tempo Flavio Boltro, Stefano Di Battista ed Eric Legnini, amici di lunga data, cercano due musicisti per costituire un quintetto.
Il loro progetto si concretizzerà nel 1997 con l\’arrivo di Benjamin Henocq alla batteria e di Rosario Bonaccorso al basso. Il nuovo gruppo, lo Stefano Di Battista/Flavio Boltro Quintet, riscuoterà grande successo fin dal 1998.Vincitore del Jazzit Award 2010, collabora stabilmente con il quintetto guidato da Gino Paoli con Danilo Rea, Roberto Gatto e Rosario Bonaccorso. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo CD per la ACT MUSIC con il progetto “Opera ” in duo con Danilo Rea.
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