ImproveIsAction: intervista all’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta

Proseguono le interviste dei ragazzi di UNIMC per il laboratorio ImproveIsAction. Oggi è il turno di Katiuscia Cassetta, assessore alla cultura del Comune di Macerata.

17/10/2021 di Mariamichela Perna

In una delle prime serate di apertura del Macerata Jazz, abbiamo avuto l’occasione di fare due chiacchiere con l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta: il suo rapporto con la musica, una grande attenzione per la diffusione della cultura, le opportunità date agli studenti…
Ecco l’intervista

Macerata Jazz giunge alla sua 52° edizione. Si sono avvicendate amministrazioni, momenti storici, eppure Macerata ha scelto sempre di sostenere e proseguire questo viaggio nel jazz. Perché secondo lei? E cosa spinge questa amministrazione a cementificare questo sodalizio tra la città e il Jazz?

Credo che il jazz sia un genere coinvolgente, conserva una grande tradizione e trasmette un grande pathos. Non ha né colore politico, né preclusioni, né preconcetti: è giusto quindi che venga mantenuta questa tradizione. Si tratta di un progetto di qualità, portato avanti con passione dagli organizzatori e dai musicisti.

A partire da quest’anno abbiamo cercato di aprirci anche a nuove collaborazioni con i locali in centro e ad espandere il festival per le strade della città: credo che tutti noi dobbiamo renderci conto di quanti generi musicali esistono, ed è proprio il jazz, in questo caso, che ci permette di vivere e di apprezzare la qualità musicale, l’impegno, la professionalità, le commistioni tra generi, lo studio di uno strumento e le innumerevoli conoscenze che vengono dall’estero e che si uniscono agli artisti del posto. È un progetto che sosterremo sempre con piacere.

Qual è il suo rapporto con la musica? E dato il contesto in cui ci troviamo, cos’è per lei il jazz?

Ho sempre seguito questo genere, non da intenditrice ma con il semplice piacere dell’ascolto e quando mi è stato possibile ho partecipato ai concerti. Finalmente, com’è giusto che sia, sono tornati gli spettacoli a teatro, eppure credo che l’atmosfera migliore per fare ed ascoltare la musica jazz sia quella tipica dei locali, dove inevitabilmente vi è una certa convivialità. Questo mi porta alla mente i circoli di New York che ho visitato e l’atmosfera newyorkese che anche durante la prima serata del Macerata Jazz ha pervaso il teatro.

Oltre a Musicamdo, è da qualche anno che anche gli studenti dell’Università di Macerata collaborano a questo progetto. Quale valenza ha questo per lei?

Credo sia molto importante perché offre loro l’opportunità di mettersi alla prova e di interagire con la realtà cittadina. È un’occasione per fare esperienza sul territorio in diversi ambiti, il mondo dello studio è indispensabile ma è altrettanto fondamentale che venga applicato nella vita concreta e solo in questo modo gli studenti possono guardarsi intorno e capire quale può essere la strada giusta per il loro futuro. Personalmente sono molto contenta di queste possibilità che l’università offre.

Cosa si aspetta da questo festival?

Spero che ci possa essere ancora più coinvolgimento. Il festival è cominciato alla grande, anche per le strade di Macerata con L’Orchestrino Brass Band. Mi auguro che presto si perda l’abitudine di vedere tutto in streaming a casa e che si torni ad uscire per stare di nuovo tutti insieme. Questo è giusto sia per i musicisti che hanno bisogno di feedback da parte del pubblico ma anche per gli spettatori che possono godere di un’atmosfera migliore e di un’educazione all’ascolto dei diversi generi musicali.

 

Mariamichela Perna

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